Verso la condivisione di un patrimonio culturale
Due lavori che s’intrecciano e compenetrano per restituire, con nuovi strumenti, la storia del costruire in terra camuna. L’ultima opera di Oliviero Franzoni e la bancadati multimediale a cura di Alberto Bianchi sono state presentate venerdì 11 aprile a Breno, nell’ampia cornice di Festival all’insù, in una serata moderata dall’architetto e Coordinatore istituzionale del Festival Attilio Cristini.
Scavare tra gli archivi del passato per comprendere il territorio della Valle Camonica oggi. In quest’ottica si inserisce il lavoro di ricerca dello storico Oliviero Franzoni, risultato nella pubblicazione “L’arte delle COSTRUZIONI in Valle Camonica. Luoghi e maestranze”. 300 pagine fresche di stampa e ora in vendita presso la Tipografia Camuna a Breno.
Lunghi anni di ricerca hanno portato Franzoni a raccogliere una mole sostanziosa di dati, che raccontano l’arco temporale dal tardo Trecento al metà dell’Ottocento. Il volume contestualizza i documenti storici (citati) specificando le fonti d’archivio. Atti di convegni, articoli di giornale e soprattutto atti notarili sono le fonti di questo poderoso lavoro.
La prima sezione, più corposa, comprende circa 1.500 voci di persone addette a cantieri religiosi e civili in Valle Camonica. Come il “fabrum peritum” Morandini Simone di Bienno, che nel 1627 era maestro della fabbrica della chiesa del convento francescano di San Pietro di Bienno.
300, invece, sono i nomi di periti agrimensori, ingegneri e architetti contenuti nella seconda parte del volume. Tra le persone menzionate troviamo l’ingegnere architetto civile Pedercini Pietro nato a Malegno, incaricato di seguire negli anni 1832 e 1837 diversi lavori sulla strada regia di Valle Camonica.
Un lavoro di ricerca decennale ha permesso di recuperare informazioni da atti di convegno, articoli ma soprattutto atti notarili. Viene così restituito uno spaccato vivido delle comunità che vivevano la Valle Camonica all’epoca e di come venivano vissuti i paesi e i centri storici. Emergono chiaramente le maestranze e il loro ruolo, protagoniste di processi costruttivi e ruoli sociali da riscoprire.

L’archivio digitale “Comunità del fare-Segno Artigiano”, nato nel contesto dei lavori finanziati con l’Avviso UNICO CULTURA 2024 di Regione Lombardia, si suddivide in tre sezioni principali: storie, ricerche e archivio storico del saper fare.
Nella prima troviamo cinque libretti pubblicati lo scorso autunno su vari ambiti dell’artigianato camuno, tra cui gli artigiani dell’occhiadino ai piedi della Concarena e i doratori della Val Saviore.
Il volume presentato da Oliviero Franzoni rientra invece nella seconda sezione, insieme ad altri progetti di ricerca tra cui maraèa, l’archivio della memoria della Valle Camonica, e i quaderni del Macìl sulle storie di pastorizia e della lavorazione della lana.
In “archivio storico del saper fare” è invece possibile ricercare le persone coinvolte nell’intaglio del legno in territorio camuno e gli oggetti da queste realizzati. Scegliendo, ad esempio, l’intagliatore Francesco Clemente Buccella di Vezza d’Oglio, si visualizzano notizie sulla sua biografia e le fonti di queste informazioni.
Sono inoltre disponibili i riferimenti delle opere realizzate con la loro localizzazione sulla cartina della Valle Camonica e la riproduzione dei documenti originali.
Tutte le sezioni ambiscono ad essere ampliate in futuro. Per le prime si prevede di aumentare il numero di libretti disponibili, relativi ad ambiti dell’artigianato locale e di contenere ulteriori pubblicazioni. La terza sezione ha invece l’obiettivo di riportare informazioni per tutte le attività coinvolte nel tessuto dell’artigianato camuno e di poter rendere fruibili riproduzioni dei documenti storici da consultare.
La pubblicazione di questo volume e la pubblicazione della banca dati rappresentano un tassello di un processo di diffusione culturale, che esce dal privato divenendo patrimonio collettivo, fruibile da tutti.
Laura Bona (Residenze eroiche)