Rigenerare partendo dal minimo
Organizzato da ArCa – Associazione Architetti Camuni, il progetto Microazioni Montane si è inserito l’11 e il 12 aprile nel programma di Festival all’insù. Il progetto prevedeva un concorso, un workshop e una fase di progettazione condivisa sul territorio.
Nei mesi scorsi, a seguito di un bando, si sono raccolte proposte di microinterventi per un budget di due mila euro l’uno, volti alla valorizzazione del territorio. Tre i luoghi su cui si poteva scegliere di agire: Vione e le sue due frazioni di Canè e Stadolina.
Valutati da una Giuria tecnica di architetti e una Giuria popolare composta da rappresentanti dei luoghi scelti, gli interventi premiati nel corso del Festival verranno realizzati in una seconda fase di autocostruzione nel mese di giugno, dando nuova vita agli spazi individuati.
In questa prima fase, invece, vincitori e menzionati hanno avuto l’opportunità di incontrare gli artigiani e confrontarsi con la Giuria tecnica e agli organizzatori del progetto, in previsione della realizzazione futura. Gli architetti verranno infatti supportati dal tessuto locale di artigiani – fabbri, falegnami e muratori – garantendo una filiera corta.
La scelta dei luoghi è stata guidata dalle comunità, che hanno individuato degli spazi significativi da rigenerare. In tal senso, a luglio 2024 è stata organizzata una festa a Vione, in cui la popolazione ha potuto confrontarsi con gli architetti di ArCa sulle necessità da cui partire con la progettazione.
48 le proposte progettuali arrivate da tutto il mondo. Un risultato che mette in risalto il respiro internazionale dell’iniziativa e l’attuale interesse verso le realtà marginali.

Definito come “campo di sperimentazione importantissimo” dal vicepresidente di ArCa Mauro Fontana, Vione ha visto come vincitore l’intervento di Roberto Carlucci e Ioulitta Stavaridi per l’ambito L’ETÀ DI UNA COMUNITÀ: IL LUOGO DELL’INCONTRO.
La necessità di far rivivere la piazza con la fontana, diventando luogo di incontro tra nuove generazioni e anziani del paese, ha trovato risposta in questo progetto. Gli architetti hanno pensato di inserire dei giochi di dislivello modificando la fruizione della piazza per i bambini, integrando una dimensione più ludica alla geometria. Questo intervento si inserisce in maniera rispettosa nel contesto, valorizzando l’esistente con carattere, grazie ad elementi metallici rossi.
Per la frazione di Stadolina il progetto vincitore è di Alba Marcela Briteza Cordoba e Simon Johan Muller per l’ex asilo per l’ambito “IL VERDE ALLE PORTE”: L’ASILO NELLE SUE PERTINENZE.
Questo intervento ha fatto suo il tema del limite proprio dello spazio di questi paesi, scegliendo di intervenire sul muro di cinta dell’area aggiungendo sedute per chi desidera frequentare il giardino dell’ex asilo. Lo scopo è attivare lo spazio avvicinando il verde alla comunità.
Pietro Dardano, Daniele Bonetti e Enrico Scaramellini hanno invece progettato il microintervento per l’ambito “LA MONTAGNA DEL LAVORO E DELL’ALPINISMO”: LA MATERIA DI UN RACCONTO, per rivitalizzare due luoghi della frazione di Cané: lo spazio sotto a una volta a botte e la piazza della chiesa di San Gregorio.
Per ovviare al carattere frammentario della piazza si sono previste l’aggiunta di due panche, di cui una con funzione di dissuasore per automobili, e la riqualificazione di un palo verticale segnaletico (trasformato in stazione metereologica con un termometro e un puntale girevole per la rilevazione dei venti). Per ultimo, un cannocchiale punta verso la parete nord dell’Adamello e permette una connessione visiva con la montagna. La piazza diviene così uno spazio di osservazione e comprensione del paesaggio.
In sintonia con gli intenti di Microazioni Montane, si è pensato anche a una microriparazione della pavimentazione per il secondo luogo, una volta a botte in pietra in una via del centro storico di Cané. Viene data così una nuova forma all’esistente, con un gesto di sottrazione. Il possibile inserimento di opere d’arte o di informazioni di carattere storico culturale arricchirebbe questa volta, ad oggi dissestata.
L’intervento di Alba Marcela Briteza Cordoba e Simon Johan Muller ha convinto anche la Giuria popolare, che ha ritenuto meritevoli anche Alanis Gaja Diem per Vione, e Skye Sturm, Chiara Tessarollo, Facundo Arboit per Cané.
Ritrovandosi a intervenire in contesti fortemente costruiti, il ruolo dell’architetto può essere quello di cambiare la lettura di contesti di pregio non per forza costruendo ex novo. Con progetti minimi si può invece ricostruire il senso di questi spazi, rivelando le qualità che già presentano.
L’auspicio è che lo slancio di queste proposte progettuali venga accolto dalle comunità andando a costituire un punto di partenza, mostrando come sia possibile rinnovare il territorio con interventi contenuti e mirati.
Laura Bona (Residenze eroiche)